Noi contemporanei non conosciamo la musica di Mozart, si potrebbe affermare. La velocità di esecuzione della musica del passato ha subito, specie per i movimenti rapidi, come per tutti gli aspetti della vita umana nelle aree tecnologicamente avanzate, una forte accelerazione già nel corso dell’Ottocento, dopo la prima Rivoluzione industriale.

Riportare le andature musicali ai tempi che oggettivamente potevano intendere i compositori di un passato molto diverso dai nostri giorni, significa rendergli l’espressività che da quelle menti era stata pensata. Questo è l’impegno principale dei musicisti dell’associazione Al suo tempo.

Si tratta di far parlare di nuovo quelle musiche con i tempi immaginati verosimilmente dagli autori, tempi che in riescono a rendere pienamente possibile esprimere l’intensità, la densità insita nei diversi brani, senza cedere al fascino della velocità, specie quando ciò vada in contrasto con quanto pensato dagli autori, in diversi casi fino alla fine del XIX secolo e talvolta persino oltre.

Non si tratta di “suonare più lentamente” (cosa che tuttavia risulta, a orecchie ormai abituate alla velocità come le nostre) ma, ripristinando i tempi storici unitamente all’uso delle prassi esecutive dell’epoca, ci si offre un mondo sonoro meno adrenalinico più che troppo moderato, arricchito nella resa della trama compositiva più che teso a esaltare le abilità tecniche dell’interprete. Insomma non è un’operazione museale, questa, ma la rinascita di musiche che diamo troppo per scontate, abituati ad ascoltarle e suonarle in un certo modo, a seguito della velocizzazione di ogni aspetto della vita, che ha travolto un mondo ormai lontano.